Fare impresa nel 2020, ci pone di fronte un quesito: vale la pena investire in comunicazione o bisogna tornare ad un modello fatto di rete commerciale? Ci sono aziende che ne hanno bisogno ed altre meno?

Molte imprese, soprattutto prima di questa emergenza sanitaria, hanno visto la comunicazione ed il marketing come una sorta di passaggio obbligato, ma distante dalle reali dinamiche aziendali; un qualcosa da avere, ma non sulla quale investire seriamente o porvi speranze.

C’è da dire che, purtroppo, la comunicazione è ancora vista come strategia secondaria o di cui, nell’amministrazione di un’azienda, si potrebbe fare a meno. Ma allora perché grandi brand – che non hanno bisogno di farsi conoscere – investono in comunicazione?

La risposta è nella domanda. Avere una rete commerciale solida non prescinde da una corretta comunicazione. La comunicazione aziendale è interna e cioè che attiene a processi comunicativi interni relativi al personale e a tutta la rete distributiva ed è esterna relativa ai clienti attuali e futuri, fondamentale per la notorietà del brand, ma ancor di più per mantenere un contatto con chi ha scelto l’azienda o è indeciso se scegliere i nostri servizi.

La comunicazione parte da una strategia che si studia con il cliente e per il cliente. Ogni azienda ha le sue peculiarità, i suoi valori, obiettivi di medio e lungo termine, cicli di vita produttivi e chi più ne ha più ne metta. Il confronto tra azienda e specialisti della comunicazione è imprescindibile per strutturare strategie vincenti; confrontarsi con il proprio consulente è quasi confessarsi, è un atto di fiducia che si fa.

L’imprenditore oggi deve selezionare con attenzione “a chi confessarsi” e deve cercare di affidarsi con mente aperta perché solo il professionista che comprende le esigenze dell’azienda e che ha cognizione delle problematiche interne ed esterne saprà come superarle e creare nuove opportunità.

Perché oggi la parola è opportunità; non lasciartela scappare.

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